La gola di Stanghe: l’unica forra di marmo d’Europa

©Eisacktal Marketing – Alex Filz
Grazie alle nuove passerelle, la gola di Stanghe presso Vipiteno è accessibile anche ai più prudenti: un’esperienza affascinante tra rocce e cascate spumeggianti.
Presso l’abitato di Stanghe all’imbocco della Val di Racines, nel corso di milioni di anni l’acqua ha scavato la roccia creando una forra profonda 15 metri. Denominata gola di Stanghe o orrido Gilf, oggi è un monumento naturale protetto.Il rio di Racines attraversa imponenti pareti rocciose e marmo bianco compiendo oltre 175 metri di dislivello, prima di precipitare fragorosamente a valle in una cascata e riversarsi nel rio Ridanna. Oggi, grazie a un percorso assicurato con scalini e ponticelli, è possibile ammirare lo spettacolo offerto dalla gola di Stanghe da una posizione privilegiata. Un’escursione adatta a tutta la famiglia.
La gola di Stanghe: elisir di lunga vita dalla forza prorompente
Il rio attraversa spumeggiante la stretta gola mentre l’acqua schizza contro le pareti di marmo. A colpo d’occhio può non sembrare quella pietra preziosa dal colore candido cui siamo abituati: muschi e licheni le hanno conferito delle tonalità verdi e nere. Solo le pietre poggiate sull’alveo risplendono chiare. Qui i visitatori più piccoli possono sguazzare nell’acqua e costruire dighe, mentre i grandi fanno il pieno di energia godendosi lo spettacolo offerto da madre natura. In estate questo percorso è particolarmente frequentato in quanto l’acqua e le rocce donano un po’ di refrigerio. Non a caso la gola di Stanghe è considerata una delle forre accessibili più belle delle Alpi. Lo spettacolo si fa particolarmente affascinante soprattutto a inizio primavera, quando con lo scioglimento delle nevi il rio porta una quantità d’acqua strabiliante e la cascata compie il suo salto di 15 metri più spumeggiante che mai. Una meraviglia della natura, bella da mozzare il fiato.
Marmo bianco e rocce scavate
Realizzato dall’Alpenverein austriaco, il primo sentiero con ponti e scale risale al 1896. All’epoca il percorso era intitolato all’imperatore Francesco Giuseppe, come ricorda ancora oggi una targa commemorativa.
Già allora la gola attirava migliaia di visitatori. Nel 1961 il sentiero fu messo in sicurezza. Il marmo delle zone attorno a Racines, bianco e puro, in passato era molto conosciuto. Impiegato già in epoca romana, fu integrato anche nei muri di contenimento della strada che conduce in Val Ridanna. Accanto alla chiesa parrocchiale in stile gotico di Vipiteno, anche la chiesa di corte di Innsbruck e il castello di Schönbrunn di Vienna presentano elementi realizzati con il marmo dell’Alta Valle Isarco, prediletto inoltre dagli scultori di alcuni monumenti che decorano la città di Vienna.
Il Museo archeologico dell’Alto Adige di Bolzano espone la celebre lastra in pietra di Mitra di Vipiteno, un bassorilievo di epoca romana realizzato con il marmo della gola di Stanghe raffigurante il dio persiano del sole Mitra e il toro. La corte interna del municipio di Vipiteno ne espone una copia.
Un orrido meraviglioso
Il nome “Gilf”, legato alla parola “Golf”, proviene dal termine greco “kòlpos” che significa seno, grembo, golfo. L’orrido Gilf è raggiungibile tramite un sentiero che costeggia il rio Giovo a Stanghe. Per la salita ci vuole circa un’ora, per il ritorno quarantacinque minuti. La gola è aperta da inizio maggio a inizio novembre dalle 9:00 alle 17:00, nei mesi di luglio l’accesso è prolungato fino alle 18:00. La visita alla gola di Stanghe è a pagamento: adulti, bambini e gruppi pagano rispettivamente 4, 2 e 3,50 Euro.